T+1: Le nuove regole USA mettono in crisi gli arbitraggi in Europa

23/04/2024

A partire dal 28 maggio 2024 il ciclo di regolamento standard statunitense per la maggior parte delle transazioni di broker-dealer in titoli sarà ridotto a un giorno lavorativo dopo la data di negoziazione (T+1).

Il passaggio comporta un cambiamento che avrà importanti impatti per tutte le tipologie di investitori anche europei che operano in titoli americani con conseguenze rilevanti su alcune operazioni, basti pensare alle operazioni di recall. Gli Stati Uniti hanno giocato il ruolo della lepre non coordinandosi con l'Europa dove i nuovi standard entreranno in vigore nel 2026. Da un punto di vista operativo questo disallineamento creerà non pochi problemi agli arbitraggisti, che, nella migliore delle ipotesi, dovranno sobbarcarsi dei corposi investimenti in IT per far fronte al biennio sfasato. Paola Deantoni, Public Affairs Officer di Societe Generale Securities Services Italia, è una delle maggiori esperte in ambito europeo di regolamentazione dei mercati.

Quali sono i vantaggi del passaggio al T+1?

Passare al T+1 ha sicuramente molte sfaccettature. Dal lato del rischio c’è un vantaggio perché il rischio di controparte viene ridotto di un giorno: anziché due giorni di rischio ce n’è uno solo. Alcuni lo ritengono un aspetto di rischio ulteriore, soprattutto perché richiede una tempistica molto accelerata in tutti i processi operativi e quindi impone un investimento nella parte informatica perché oramai senza questo elemento non possiamo pensare di accelerare nulla. Il passaggio al T+1 consente inoltre di avere un aspetto molto più standardizzato nella gestione delle conferme di negoziazione, dei processi delle attività degli elementi da inviare.

Qualche rischio in più c'è per il Forex?

Ci sono aspetti più rischiosi legati al Forex e su questo molti si stanno esponendo perché una delle piattaforme che sono state molto reclamizzate dal mondo dei fondi per ridurre il rischio della negoziazione in cambi è la CLS1, che nel suo set up attuale non è compatibile con un passaggio a T+1 ma solo con l’attuale T+2. Ecco perché alcuni soggetti, tipo i buy side, reputano che il passaggio al T+1 porti più rischi che vantaggi. In realtà tutto l’universo regolamentare è molto propenso al passaggio T+1 in Europa. Nelle scorse settimane c’è stata una conferenza a livello europeo, dove la commissaria Mairead McGuinness, nel suo intervento, ha detto “is not a question of if, is a question of when" per quanto riguarda il passaggio al T1 anche per l’Europa proprio per evitare di avere il rischio controparte aperto.

Secondo lei quando ci sarà questo passaggio?

Non abbiamo date certe, quello che è stato detto è che ci si stava posizionando verso la fine del 2026.

Il disallineamento rischia di creare problemi agli arbitraggisti?

Prendiamo tipicamente Apple, uno dei titoli più capitalizzati al mondo: è quotato negli Stati Uniti, a Xetra (Germania), come pure in Italia. Un operatore, ovviamente di livello, può fare un arbitraggio ovvero acquistare dei titoli americani tramite una trading venue europea e rivendere sulla piazza di quotazione principale statunitense (o viceversa). La ragione di questo tipo di operazioni è legata all'opportunità economica dello scarto nei prezzi tra i due mercati. Si tratta di una pratica assolutamente rispettabile e lecita, ma il post trading in questo caso deve essere assolutamente efficiente per supportare le operazioni cross border tra un CSD2 e l'altro. Tra i punti di attenzione per garantire il tempestivo buon esito del regolamento, i contenuti dell’istruzione che debbono essere completi e machine readable, ossia interpretabili dalle macchine. Infatti i rischi di tardivo regolamento sono delle componenti che possono rendere meno interessante anche fare l’arbitraggio.

Quindi il T+1 condannerà l'arbitraggio?

In realtà potrebbe anche facilitarlo, a patto che l'arbitraggista sia molto informatizzato: deve avere una struttura di back office importante, deve assolutamente avere sotto una macchina che lavora molto bene.

Quali saranno le ricadute pratiche?

Secondo me ci sarà un grosso incremento di richieste di informatizzazioni importanti. Alla fine l'implementazione l'hanno decisa gli Stati Uniti e noi in Europa dobbiamo fare in modo che non ci siano delle discrasie importanti da dover gestire per tutti gli anni in cui saremo non allineati con gli Stati Uniti.

Si sta lavorando per un allineamento almeno dei titoli americani quotati in Europa?

Le associazioni degli operatori, dei CSD e delle borse stanno valutando come allinearsi anche in Europa almeno per i titoli americani, da subito, perché altrimenti si genera una serie di problematiche da gestire proprio nel tempo di regolamentazione, nel tempo di rilascio delle transazioni e nella fiscalità americana. Le borse vogliono la ex date, il giorno stacco identico per garantire gli arbitraggisti e la trasparenza dei prezzi, ma se garantiamo la exdate vuol dire che tutte le operazioni fatte in un determinato giorno andranno aggiustate, e le lascio immaginare il numero di transazioni coinvolte.

Articolo pubblicato su Milano Finanza.

1 - CLS: Continuous Linked Settlement
2 - CSD: Central Securities Depository