Cosa rende i criptoasset interessanti per l’asset management?

13/06/2019

Quali sono i principali benefici che la blockchain potrebbe portare attraverso titoli tokenizzati?

Chiariamo innanzitutto un punto: il termine “criptoasset” non è qui utilizzato in riferimento ai cosiddetti “currency” o “utility” token, bensì a quelli “investment” o “security”, vale a dire strumenti che dovrebbero essere comparabili e sottoposti al medesimo quadro normativo dei titoli tradizionali (titoli di debito/prestiti, azioni, fondi, ecc.). Al riguardo, ci soffermeremo sugli aspetti che rendono la loro emissione su un’infrastruttura blockchain interessante per gli asset manager.

L’emissione di titoli su un’infrastruttura blockchain può apportare numerosi vantaggi a tali gestori e ai rispettivi investitori. Sebbene ciò possa valere per gli emittenti di qualunque strumento finanziario, i benefici sono particolarmente rilevanti per i soggetti che emettono e gestiscono ad esempio fondi di private equity, di venture capital o real estate. Si tratta di strumenti che, al momento, non vengono solitamente emessi nelle grandi infrastrutture di mercato esistenti quali i sistemi di deposito accentrato, compresi quelli internazionali, e che di norma richiedono flessibilità in termini di caratteristiche tecniche offerte. Sono inoltre strumenti il cui processo di gestione è in genere appesantito da molti interventi manuali e che, nella maggior parte dei casi, sono scarsamente trasferibili o non lo sono affatto dopo l’emissione iniziale (la mancata trasferibilità si traduce pertanto in assenza di liquidità post-emissione).

Tra i principali vantaggi offerti dalla blockchain attraverso i titoli tokenizzati si annoverano:

Portata mondiale: la blockchain è un’infrastruttura mondiale, tecnicamente raggiungibile da ogni parte del mondo. Pertanto, emettendo titoli sulla blockchain, è virtualmente possibile offrirli a qualunque investitore e il ruolo di quest’ultimo potrebbe essere registrato in un’unica infrastruttura di mercato internazionale. Si tratta di un’alternativa ben diversa dalla classica detenzione di titoli a livello transfrontaliero, che richiede solitamente una serie di depositari locali e globali oltre a sistemi di deposito accentrato per emittenti e investitori (oppure fondi d’investimento, un registro principale e uno o più registri locali). Ovviamente, questa portata “tecnica” globale, in grado di offrire numerosi benefici sotto il profilo operativo e dei costi, non si traduce in una portata “normativa” internazionale e l’emittente è ancora tenuto ad accertarsi che lo strumento emesso sia conforme alle norme vigenti nel paese di emissione e nei paesi in cui intende distribuirlo;

Resilienza: essendo basata su registri distribuiti, la blockchain è più resiliente rispetto a gran parte delle infrastrutture di mercato esistenti, che spesso presentano singoli punti di vulnerabilità, e tale vantaggio è disponibile a costi molto più contenuti. Diversamente dai mercati tradizionali, la blockchain è inoltre operativa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7;

Velocità: per sua natura, la blockchain consente di ridurre drasticamente, se non addirittura di eliminare, il tempo che intercorre tra la negoziazione e il regolamento. Inoltre, siccome la negoziazione è di per sé anche la disposizione del regolamento, riduce i rischi risultanti da una gestione impropria e gli errori nelle transazioni;

Trasparenza: dato che, in un’infrastruttura blockchain, è possibile registrare tutti i ruoli in un unico registro globale, l’emittente, i suoi agenti, i regulator e le altre parti coinvolte possono teoricamente usufruire di una trasparenza totale. Per alcuni tipi di strumenti, al momento caratterizzati da vari livelli di custodia/distribuzione, questo approccio consentirà agli emittenti e agli asset manager di riconnettersi con gli investitori;

Efficienza operativa: poiché la totalità dei ruoli è conservata in un unico registro globale, la blockchain riduce in modo significativo o rende di fatto superflua la necessità di successivi livelli di riconciliazione (nonché l’esigenza di condurre accertamenti e porre rimedio a eventuali violazioni) spesso presenti nelle catene di custodia tradizionali. Per gli emittenti, l’accesso diretto agli investitori potrebbe rivelarsi positivo anche grazie a una maggiore efficienza dei processi di voto, compresi quelli per procura.

Va da sé che molti di questi vantaggi sono direttamente riconducibili alla natura globale della blockchain e legati alla possibilità di conservare, in tale infrastruttura, i ruoli in modo (quanto più possibile) dettagliato. Per quanto la tecnologia consenta di operare in tal modo, è necessario che tutte le parti interessate si comportino in modo corretto e sfruttino tali possibilità, evitando di replicare la tradizionale catena di custodia (o distribuzione) con molteplici livelli di conti omnibus.

Per usufruire di tutti i potenziali vantaggi offerti dalla tecnologia blockchain, è ovviamente necessario uno sviluppo delle normative, in genere ancora molto “locali”, affinché si adattino a un’infrastruttura globale che non era nemmeno possibile immaginare quando è stata elaborata la maggior parte di tali normative. Si registrano al riguardo progressi in numerosi paesi, ma la maggior parte dei progetti è stata promossa a livello locale e le iniziative di carattere sovranazionale permangono marginali.

In entrambi i casi (normative e provvedimenti presi dalle parti interessate del settore), gli asset manager e, in linea generale, gli emittenti di titoli sono innanzi tutto chiamati a informarsi e ad informare le rispettive controparti sulla blockchain nonché sulle sue possibili implicazioni per loro e per gli investitori. Dovranno in seguito promuoverne l’adozione presso i propri partner commerciali e le autorità normative.